ricicloverde

edizione aprile 2023

Siccità Commissariata

Allarme crisi idrica, vertice a Palazzo Chigi per affrontare strutturalmente l'emergenza

Dopo la riunione convocata a palazzo Chigi per far fronte alle conseguenze della siccità sarà individuato un commissario straordinario con poteri esecutivi e sarà istituita una cabina di regia a palazzo Chigi, per definire un Piano idrico straordinario. Inoltre il governo lavorerà a un provvedimento normativo urgente per la semplificazione delle procedure.

Il governo ha inoltre deciso che sarà avviata una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica

Valutata l’ipotesi di un commissario per interventi di emergenza e di lungo periodo e un piano di razionamento dell’acqua

Nel primo incontro interministeriale per l’emergenza siccità, presieduto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi, il governo intende affrontare quella che potrebbe rivelarsi un’emergenza, tenendo conto della scarsa percentuale di impegno delle risorse idriche effettivamente disponibili e della necessità di abbattere i tempi per opere che riducano la dispersione idrica e permettano la pulizia dei bacini. Il tavolo è stato istituito per valutare le iniziative fattibili e quindi varare un piano di interventi a breve scadenza e una programmazione a medio-lungo termine. All’incontro parteciperanno i rappresentanti dei ministeri Ambiente, Infrastrutture, Agricoltura, Affari Europei, Coesione e Pnrr e il Dipartimento della Protezione civile.  La decisione è stata adottata dal Consiglio dei Ministri dopo l’informativa del Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, e gli interventi dei Ministri Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto Fratin, Luca Ciriani e Raffaele Fitto.

Il tavolo di lavoro sulle crisi idriche

Il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia almeno dal 1800, e ha lasciato il Paese con circa 50 miliardi di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla media storica, ma il 2023 si annuncia anche peggiore sotto il profilo idrico: nonostante sia ancora inverno, 3,5 milioni di italiani stanno già facendo i conti con la siccità. Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo in Senato ha detto: “L’azione di contrasto alla scarsità idrica può trarre benefici dal potenziamento degli strumenti conoscitivi e gestionali di bilancio idrico a supporto degli Osservatori e delle Autorità, in aggiunta alle risorse per gli investimenti in opere infrastrutturali già stanziate nel Pnrr e nel Piano nazionale degli interventi nel settore idrico. Nel complesso sono stati finanziati 21 progetti per una somma di oltre 480 milioni di euro, nella maggior parte ricadenti nelle sezioni Acquedotti e Invasi del Piano nazionale settore idrico2. Una cifra modesta, considerata la “vecchiaia” degli acquedotti italiani, dei quali il 60% è in funzione da più di 30 anni e che perdono circa il 40% della risorsa idrica che trasportano.

Per affrontare l’emergenza siccità determinati sulla crisi climatica

È bene comunque evidenziare che il problema siccità non si può risolvere solo rattoppando gli acquedotti o costruendo i pur necessari nuovi piccoli invasi. Per lottare in modo efficace contro la siccità occorre occuparsi della crisi climatica e affrontarla tagliando le emissioni di gas serra, grazie a un più efficiente uso dell’energia e installando nuovi e molti impianti per catturare le fonti rinnovabili gratuitamente disponibili sul territorio. Ma è proprio su questi fronti che l’azione del governo resta assai carente, se non in controtendenza col necessario. Come argomentato dallo stesso ministro Pichetto nel corso del question time in Senato, si punta a “raggiungere gli obiettivi europei della neutralità climatica attraverso la piena attuazione del principio della neutralità tecnologica, senza ingessare il processo di transizione ecologica in schemi rigidi che rischiano di avere impatti negativi in termini sociali ed economici”. Il riferimento esplicito è sullo stop europeo alla vendita di auto e furgoni a benzina e diesel dal 2035: nel merito l’azione del governo Meloni “procederà lungo due direttrici: da un lato, promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli, dall’altro, spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti”, ovvero rallentando la transizione verso veicoli a emissioni zero.